E' della notte tra il 28 e il 29 agosto, la notizia che dopo l'ennesima rissa, Noel Gallagher lascia (sarà vero?) gli Oasis. A Parigi i fans, da ore sotto il sole, sono in rivolta, in Germania e in Italia (ovvero, le ultime due date del tour) tramite i diversi "fans forum" si scatena il putiferio e la domanda che tutti si pongono è se la data del 30 agosto si terrà lo stesso o se salterà tutto.
Dal canto mio, è una notizia che delude ma non stupisce. Rimanga inteso, gli Oasis me li sarei visti molto volentieri per una questione non solo musicale, ma anche affettiva (ho passato un periodo della mia vita qualche anno fa, ascoltando praticamente solo loro!) ma questo comportamento totalmente irrispettoso verso i fans mi ha fatto risentire molto, tanto che pensavo più a come farmi rimborsare i soldi che non al fatto che si stavano sciogliendo e che non avebbero più suonato.
Nessun rimborso, così è deciso; suoneranno i Deep Purple.
Una notizia che mi fa sorridere ma allo stesso tempo storcere il naso. I Deep Purple in mezzo a quell'odiosa marea di ragazzini/e new british?
Intorno alle due del pomeriggio, l'atmosfera sul piazzale della Fiera di Rho è surreale: tanti ragazzi e ragazze affollano già l'area, ma si capisce nell'aria la mancanza di quell'entusiasmo che avrebbe caratterizzato il festival con la presenza degli headliner.
Di fatto, alle tre si aprono i cancelli e chi s'è visto s'è visto!
Questa Arena Concerti (probabilmente il primo concerto ospitato in quest'area) altro non è che un enorme (e dico ENORME) parcheggio rettangolare immerso nel bel mezzo dei capannoni del polo fieristico (che, nota, nel 2015 ospiterà l'EXPO). Un'area grande certamente, e ben organizzata con diversi stand di merchandise e ristori, ma con tutto quell'asfalto c'è solo da ringraziare madre natura che ha deciso di piazzarci qualche nuvoletta in testa e risparmiarci una maratona di caldo torrido.
Una band italiana apre il festival, gli Hacienda, e capisco subito di non esser certo nel posto giusto al momento giusto. Sapevo che l'Indie Rock non è mai riuscito ad entrare nelle mie grazie, ma vedere suonare dal vivo queste band mi ha confermato il tutto in modo anche fin troppo chiaro. Un'orgia di accordi incastrati tra loro in modo illogico e probabilmente casuale, linee vocali disegnate "a casaccio" e impatto visivo nullo. Insomma, tutti questi pseudomusicisti sono a mio modo di vedere braccia rubate al proletariato, sei ore di rumore, letteralmente rumore, e nonostante il pubblico abbia gradito (soprattutto l'esibizione dei Kasabian, diventati i veri idoli del pomeriggio), io appoggiato mestamente alla transenna tentavo di coprire il tutto (inutilmente) con il mio lettore mp3 e uno stewart che vedendomi così moscio continuava ad offrirmi bottigliette d'acqua credendo che stessi male. Nel frattempo la gente acclama ancora gli Oasis: ora non so voi, ma io se la mia band preferita (e non è questo il caso) m'avesse tirato un pacco del genere per uno stupido litigio di certo non avrei continuato ad acclamarli come degli eroi incompresi, opinioni. Dopo l'ultima, straziante ora e un quarto di esibizione dei pluriacclamati Kooks (personalmente non ho mai sentito una band peggiore), arriva finalmente il momento dei Deep Purple, gli headliner. Buona fetta del pubblico, decide di rimanere (e vorrei ben vedere!) per godersi l'esibizione della storica band di Gillan & co.
Durante il pomeriggio non erano mancate le ironie da parte dei più, io li definirei, ignoranti sull'età della band e nonostante qualcuno pensi che il chitarrista sia ancora tale Frankie Blackmore (probabilmente aveva letto male Wikipedia la sera prima) non si registrano insofferenze.
Alle 22.30 puntuale parte l'attacco di
Highway Star ed entrano ad uno ad uno Ian Paice, Roger Glover, Don Airey, Steve Morse e Ian Gillan. La definirei una band in stato di grazia, quantomeno in questa serata. Anche il pubblico dell' Indie Pop (per favore, non parliamo di Rock) dovrà "inchinarsi" alla potenza, alla capacità, all'alta classe, alla professionalità e alla maestria della Storia, che scardina letteralmente dalla testa del pubblico il pensiero degli Oasis. Già, il pubblico si diverte, li acclama più volte e ovviamente ne decanta anche i brani più famosi. Tra gli accorsi, si registra anche qualche fan milanese dei Deep Purple accorso probabilmente all'ultimo minuto in biglietteria dopo aver appreso la clamorosa notizia.
La scaletta fila via liscia da
Rapture Of The Deep a
Perfect Strangers, da
Strange Kind Of Woman a
The Battle Rages On passando per i soli di Morse e Airey fino al momento storico del tris
Smoke On The Water,
Hush e
Black Night. Uno Steve Morse in serata ottima si diverte e fa divertire, Don Airey grintoso, Roger Glover..eh..non ho mai visto un sessantaquattrenne divertirsi tanto su un palco, un Ian Paice che al solo vederlo suonare è pura poesia per un batterista, Ian Gillan.. e la voce che sta tornando? Insomma, una vera e propria lezione di come si sta su un palco a fare del ROCK. Gallagher, avreste dovuto esserci..si..per imparare!
Fuori un pubblico entusiasta, ragazzini con la maglietta degli Oasis che accorrono alle bancarelle per comprare la maglietta dei Deep Purple, e in metropolitana s'intona già il riff di
Black Night, a discapito del piano di
Don't Look Back In Anger.
Questi nonni, hanno solo da insegnare a due quarantenni che non hanno nemmeno la maturità di salire su un palco dopo essersi fatti i cazzi propri nel backstage, ma questo in fondo, non è mai stato un mistero.
Appuntamento a dicembre dunque, e il consiglio è quello di non mancare! E anche questo in fondo, non è mai stato un mistero..
Edited by fuckedrocker - 31/8/2009, 18:35
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